Nel cuore della Calabria esiste un luogo speciale che ha il sapore delle grandi montagne. 150mila ettari di paradiso terrestre, dove la natura e la neve regnano incontrastate. Sulla punta del nostro Stivale, siamo andati alla scoperta della Sila. Boschi, foreste, laghi e altipiani dove d’estate arriva forte l’odore del mare mentre in inverno la neve li ricopre silenziosa. Qui le montagne sfiorano i 2mila metri di altezza e il candore della neve permette al sole di riverberare in sfumature multicolore, che si avvicendano dall’alba al tramonto. La Sila, nota anche come altopiano Silano o foresta Silana, abbraccia i territori di ben tre province: Cosenza, Catanzaro e Crotone. Prima di affrontare il nostro viaggio, impariamo che di Sila in realtà non ne esiste solo una, si possono distinguere ben tre macro aree, ciascuna con le sue meraviglie. La Sila Greca, che si sviluppa fino a Longobucco – Cosenza - e al Pollino, poi ecco la Sila Piccola che si estende verso sud fino a Catanzaro e infine la Sila Grande, forse la più rappresentativa. Ed è qui che si sviluppa il nostro itinerario: siamo nel centro del parco nazionale più antico della regione, istituito nel 2002, oltre 70 mila ettari di territorio tutelato. Rappresenta il cuore verde dell’intera regione, ed è inserito dall’Unesco fra le Riserve della Biosfera Italiana. Simbolo del Parco è il lupo, specie depredata e a rischio di estinzione fino al 1970, quando è stata istituita la legge a favore della sua salvaguardia. Durante il nostro itinerario speriamo di poterne scorgere qualcuno, in mezzo alla neve, al limitare dei boschi.
Abbiamo incontrato la nostra guida a Camigliatello Silano, una frazione del Comune di Spezzano della Sila, nota soprattutto per i suoi impianti di risalita e le piste da sci. Siamo in Provincia di Cosenza, esattamente nel cuore della Sila Grande, a 1300 metri di altitudine. La prima tappa del nostro percorso è il Centro Visite del Parco Nazionale, in località Cupone, a ridosso del suggestivo bacino artificiale del Lago Cecita. Nonostante il lago sia stato realizzato dall’uomo per la produzione di energia elettrica, non siamo stati di certo i primi a rilevare la ricchezza di questa zona. Qui sono venute alla luce testimonianze risalenti all’uomo di Neanderthal, all'epoca greca e a quella romana ma la scoperta più sensazionale è rappresentata dai resti ossei di un rarissimo esemplare di mammut, vissuto circa 700mila anni fa. I reperti sono tutti conservati presso il Museo Archeologico della Sila, nelle vicinanze del lago.
Al Centro Visite Cupone andiamo subito a vedere gli animali in cattività ospitati dal Centro Faunistico e Didattico, che rende felici molti bambini, e qui vediamo davvero il lupo insieme a cervi, caprioli, daini e tutta la straordinaria fauna della montagna silana. La sentieristica del Cai, inoltre, tutta ben segnalata e che attraversa il Parco Nazionale della Sila, è lunga circa 700 chilometri e rappresenta un paradiso per gli amanti delle escursioni. La nostra guida ci assicura che i sentieri permettono di raggiungere aree totalmente incontaminate, dove con un po’ di fortuna potremmo realizzare il nostro sogno di vedere i lupi nel loro ambiente naturale. Per il momento non possiamo che crederle sulla parola, mentre torniamo verso Camigliatello un po’ affamati.
Questa è una terra di pastori, perciò non abbiamo alcuna difficoltà a procurarci dell’ottimo caciocavallo silano Dop, che qui regna sovrano. Fra i negozi e le botteghe di Camigliatello impariamo anche a conoscere le eccellenze dell’artigianato silano, ovvero pregiati tappeti, tessuti e arazzi provenienti dalle vicine Longobucco e San Giovanni in Fiore, che testimoniano l’antica arte della tessitura, tramandata nei secoli per generazioni. Ci spostiamo poi in località Tasso, a 1.380 metri di quota, punto di riferimento per gli amanti degli sport invernali. Tramite la cabinovia saliamo sulla cima di Monte Curcio a 1786 metri. Il cielo azzurro comincia a tingersi di rosa e poi di violetto, cedendo al tramonto. I lupi sono al sicuro nel bosco.
Il giorno seguente, il sole invita subito a uscire e godere dell’aria frizzante di un perfetto mattino d’inverno. Incontriamo la guida e, insieme, ci dirigiamo verso San Giovanni in Fiore, il più importante e antico borgo della Sila Grande, rinomato per l’arte della tessitura e per la sua storia. Alla fine del XII secolo il monaco esegeta Gioacchino da Fiore, ricordato anche da Dante nella cantica del Paradiso, fondò in quest'area un monastero, che in breve tempo diventò uno dei centri religiosi più importanti dell’intera Calabria. L’Abbazia Florense, con una bella struttura romanica, è oggi un luogo pieno di fascino, che custodisce le litografie delle “Tavole del Liber Figurarum”, opera dello stesso Gioacchino Da Fiore, considerate oggi la più bella e importante raccolta di teologia figurale e simbolica del Medioevo. Con questa meraviglia negli occhi ci spostiamo nella piazza del borgo - che ha preso il nome dell’Abate Gioacchino - per ammirare la chiesa Madre, dedicata a Santa Maria delle Grazie. Eretta in due tempi tra il 1530 e la metà del Seicento, presenta una facciata in stile romanico mentre l’interno palesa lo stile barocco comune a molti altri antichi edifici di San Giovanni in Fiore. Degna di nota è la grande tela che ricopre il soffitto della sagrestia, presumibilmente dell’Ottocento, raffigurante il battesimo di Gioacchino da Fiore da parte di San Giovanni Battista. Il dipinto è singolare in quanto ritrae l’abbazia con un aspetto del tutto differente da quello odierno.
Nel pomeriggio andiamo a Lorica, frazione di San Giovanni in Fiore e sede del Parco Nazionale della Sila. Passeggiando lungo le rive del Lago Arvo, la guida ci racconta come anche qui la presenza umana abbia origini antichissime: sono stati infatti ritrovati alcuni reperti che risalgono all’homo erectus, di circa 700 mila anni fa. Il sole intanto, si riflette sulla superficie ghiacciata del lago, come spesso accade in questa stagione, mentre alcuni esemplari di gabbiano reale ci lasciano senza parole. La guida ci dice che non è insolito e che la specie è presente in ogni periodo dell’anno. Nei boschi intorno al lago, insieme al nostro lupo, vivono anche cinghiali, tassi, volpi, picchi neri e poiane. Siamo in un paradiso naturale e l’emozione è a dir poco tangibile.
L'ultimo giorno comincia presto e la nostra guida ci accompagna in un altro incredibile scenario naturale: la Riserva Biogenetica dei Giganti della Sila. Lungo il sentiero, notiamo un’antica filanda e la residenza estiva dei Baroni Mollo, stabilitisi qui nel Seicento. Siamo in una piccola località chiamata Croce di Magara e davanti a noi si stagliano altissimi alcuni esemplari di “pino laricio” – pinus nigra laricio - ultracentenario. Questi giganti arrivano fino a 45 metri di altezza e il loro tronco sfoggia un diametro di circa 2 metri. Da qui ci dirigiamo a Moccone, per salire su uno storico trenino a vapore, il Trenino della Sila, che ci permette di attraversare questa affascinante terra su un mezzo d'altri tempi. Intorno a noi solo il calore bianco e sordo della neve, dalla quale ci scrutano saggiamente e benevolmente i lupi. Questa è l'ultima suggestione che ci lascia la Sila, insieme al senso della sua storia, della sua natura e della sua neve. Il senso della Sila per la neve.