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e-borghi travel 12, Speciale parchi: Val di Fiemme, in pista solo “buona” musica

Le percezioni si dilatano, sulle piste innevate della Val di Fiemme, dove lo sguardo incontra le vette delle Dolomiti, patrimonio Unesco. E le albe in pista di Trentino Ski Sunrise si degustano, con le sconfinate colazioni dolci e salate da assaporare in rifugio. Questa valle trentina esprime la sua identità gastronomica con i menù a chilometro zero di “Tradizione e Gusto” un club di prodotto che abbraccia ristoranti, rifugi, hotel, agriturismi e bed & breakfast. Durante il festival musicale “Dolomiti Ski Jazz”, inoltre, i sapori locali esplodono fra gli apericena di Happy Cheese e i menù musicali della rassegna gastronomica “Dolomiti Food Jazz”. Fino al 20 aprile 2020, si scia nel gusto sui 110 chilometri di piste del Fiemme-Obereggen, in un trionfo di rifugi tipici e chalet di design. Ricordiamoci che in Val di Fiemme quando le giornate di sci sono più lunghe… Una è gratis! Dal 21 marzo, infatti, si possono vivere 7 notti in hotel al prezzo di 6!

Che gusto, l’alba dolomitica

Le albe in rifugio di Trentino Ski Sunrise invitano a un contatto esclusivo con la montagna. Si gustano i sapori tipici, dolci e salati, della Val di Fiemme, proprio mentre le prime luci del giorno rivelano i profili delle cime dolomitiche. Trentino Ski Sunrise invita il 5 marzo allo Chalet 44 Alpine Lounge di Bellamonte e il 26 marzo al Rifugio Monte Agnello di Pampeago. Qui, dopo l’alba, si possono lasciare le prime “impronte” sulla pista Agnello, dove si ammirano le installazioni d’arte del parco RespirArt.  Le opere a bordo pista sono create da artisti di fama internazionale che ogni anno si ispirano alle guglie dolomitiche per aprire un dialogo con la natura d’alta quota di Pampeago. È facile cedere la tentazione di immortalarsi fra le otto gambe del cavallo mitologico Sleipnir di Duilio Forte, sulle ascetiche sedute di Dorota Koziara, dentro alla grande testa di Olga Ziemska, in mezzo alle gocce ramate di Federico Seppi o al cerchio radioso di Cosimo Allera, sotto alle sedie sospese di Piergiorgio Doliana o nella cornice sul Latemar di Mauro Olivotto. La gigantesca stella di Mariano Vasselai, mentre il Rifugio Agnello, infine, ispira uno scatto da “giornata stellare”.

Musica in pista e anche nel piatto

Il ritmo si fa incalzante sulle piste del comprensorio Fiemme-Obereggen con il festival di musica nera sullo sfondo bianco del Dolomiti Ski Jazz (7-15 marzo) e dei concerti in rifugio delle band europee del Fiemme Ski Festival (12-22 marzo). Questi eventi di giorno animano le piste da sci, di sera i paesi. Per nove giorni la musica nera, nata a New Orleans, va a sposarsi con i panorami “ultra white” della Val di Fiemme. Fra i più attesi i jazzisti di fama mondiale vi sono i sassofonisti afroamericani Vincent Herring e Jesse Davis. Nel programma del Dolomiti Ski Jazz spicca anche il nonetto di Michele Francesconi e Francesca Bertazzo pronto a evocare le melodie indimenticabili di Hollywood e Broadway composte da Jimmy Van Heusen. I concerti prendono vita ogni giorno sulle piste da sci all’ora di pranzo, con ingresso gratuito. Mentre alla sera approdano nei teatri e nei pub della Val di Fiemme. Dal 7 al 15 marzo il Dolomiti Ski Jazz si assapora anche a tavola, grazie alla terza edizione della rassegna “Dolomiti Food Jazz”, fra melodie di formaggi, vini trentini e birra a chilometri zero.

Note jazz, ensemble di formaggi e Trentodoc

Ispirandosi al grande jazz, gli chef di ristoranti e rifugi della Val di Fiemme scatenano performance saporite. Si va dal piatto Billie Holiday, al piatto Louis Armstrong, passando per effervescenti jam session di Trentodoc e fantasiosi ensemble di formaggi di malga. L’accordo multisensoriale fra “Dolomiti Ski Jazz” e “Dolomiti Food Jazz” crea una nuova alchimia di musica, neve e sapore. Quando sfuma il jazz, sulle piste da sci della Val di Fiemme prendono quota i concerti delle band europee, ospiti del “Fiemme Ski Festival”, che regalano un nuovo ritmo allo sci dal 14 al 21 marzo 2020.

Di borgo in borgo, con tradizione e gusto

In Val di Fiemme, fra le Dolomiti del Trentino, ogni paese ha custodito come reliquie le ricette di nonni e bisnonni. Per scoprire sapori, prodotti, ristoranti, alberghi e agriturismi ancorati alle origini, basta sfogliare la mappa “Tradizione e Gusto”. Cercatela negli uffici informazione della Val di Fiemme o consultatela sul sito www.visitfiemme.it. Passeggiando fra i borghi di Fiemme, quando le strade sono imbiancate dalla neve, si incontrano storie di streghe, scoperte geologiche, segreti di palazzo, boccali di birra, formaggi caprini e paioli fumanti.

Cavalese, sapori autentici fra antichi palazzi

A Cavalese, di fronte al palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, spicca palazzo Riccabona, che ospita la birreria pizzeria Excelsior di Cavalese. Qui è possibile degustare la birra di Fiemme, una birra artigianale a chilometro zero prodotta nel vicino paese di Daiano. Dal gusto pieno e ricercato, presenta un tenue aroma di luppolo e un retrogusto asciutto leggermente acidulo e fruttato. A pochi passi, in piazzetta Rizzoli, si incontra un piccolo ma delizioso museo, il Centro d’arte contemporanea di Cavalese. Cavalese, nota per gli impianti di risalita dell’Alpe Cermis, ci immerge nella storia a ogni passo. Domina il borgo il campanile merlato della chiesa di San Sebastiano. Nel centro storico si affacciano vetrine di artigianato e di abbigliamento sportivo, una discoteca, pub, wine bar, rinomati ristoranti, palazzi d’epoca perfettamente restaurati, eleganti ville e moderne strutture sportive. Tra queste, il Palazzo del Ghiaccio e il Centro Acquatico comunale con vasche idromassaggio anche esterne. Non si può lasciare Cavalese senza assaggiare i formaggi del Caseificio Sociale che, oltre alle ricotte e ai caprini, propone diversi formaggi, fra cui il gustoso “Formae Val Fiemme” e il nuovo “Stravecchio di Fiemme”.

Le Ville, 3 borghi genuini

Sono nove, i borghi della Val di Fiemme, e ognuno merita di essere visitato. A partire da Le Ville, il comune che raggruppa Daiano, Carano e Varena, piccoli agglomerati di case esposte al sole che conservano il gusto della tradizione. A Varena troviamo “Frosch”, un nuovo ristorante che, oltre ai piatti della tradizione, sorprende con inaspettate eccellenze italiane e internazionali. Sempre a Varena c’è il Ristorante La Cantinetta, gestito da “Giuliana la Stregona”, con un menù di “magie culinarie” tramandate nei secoli. Nello stesso paese si incontrano i Macellai e Salumieri Dagostin. I loro prodotti trionfano anche nei reparti gastronomici della tradizione delle Famiglie Cooperative di Predazzo, Ziano e Tesero. A Daiano incontriamo uno dei più accoglienti masi della Val di Fiemme, il Maso di Tito Speck. Oltre al ristorante con il suo camino acceso, c’è uno shop che offre salumi di propria produzione. Si possono assaggiare e acquistare otto versioni di speck: tradizionale, riserva, di filetto, mattonella, carrè, di mezzena, di fesa e di cinghiale.

Tutto l’agrodolce di Capriana, Valfloriana, Castello e Molina di Fiemme

Il paese più isolato, e forse per questo rimasto un esempio autentico di architettura montana, è Capriana. Meta privilegiata per gli amanti della natura, il borgo è vicino ai vigneti della Val di Cembra, dove nascono i vini e grappe Cembrani Doc, ed è immerso nel Parco Naturale del Monte Corno. Fra i sapori da gustare in questo paese ci sono quelli proposti dall’azienda agricola Barbugli nel Maso Bait: erbe officinali, fiori eduli, zafferano d’alta quota, ma anche l’agro di mirtilli e l’agro di lampone che esaltano il sapore di verdure, carne e pesce. A Castello di Fiemme meritano un assaggio i mieli dell’apicultura “Dolci momenti dalle Dolomiti” dove si trovano il polline fresco, il propoli e molte varietà di miele, dalla melata di abete a quello di rododendro. Il nome Castello di Fiemme deriva dall'antico maniero posto sul colle roccioso dell’abitato. Nel 1296 il castello fu saccheggiato e dato alle fiamme dagli abitanti della valle perché rappresentava un simbolo di oppressione. Ora vi sorge la chiesa parrocchiale ottocentesca di San Giorgio. Da Castello si raggiunge Molina di Fiemme e quindi Valfloriana, quest’ultima è nota per il suo Carnevale dei Matoci e per la cucina genuina di Malga Sass, una romantica baita a duemila metri di altitudine.

Tesero, due passi “dolci come il miele” tra i forni del pane

Tuffiamoci ora nel cuore della Val di Fiemme. Tesero è una vera e propria culla di tradizioni. Il centro storico è costellato da chiese, capitelli, meridiane, affreschi e forni “dal pan”. Da visitare è Casa Jellici, un edificio storico adibito a museo. L’antico borgo è rinomato per l’artigianato artistico, i mobilifici e le creazioni di strumenti musicali, tra cui organi e tavole armoniche per violini e pianoforti. Tesero è la meta ideale per gli sportivi. Nella frazione Lago sorge lo Stadio del Fondo che, dopo aver ospitato tre edizioni dei Campionati del Mondo di Sci Nordico (1991, 2003, 2013), sarà sede delle discipline di sci nordico dei Giochi Olimpici Milano-Cortina 2026. La frazione di Tesero Pampeago, dove si passeggia fra le 27 installazioni di RespirArt, vanta il parco d’arte più alto al mondo. Fra le eccellenze del territorio a Tesero, il Maso delle Erbe produce mieli energizzanti, propoli e cosmetici naturali a base di erbe officinali e prodotti apistici.

Panchià, Ziano e Predazzo: grappe, affreschi e minerali

Nel vicino paese di Panchià, noto per il suo antico ponte di legno coperto, il laboratorio L’Ones, è specializzato nella creazione di infusi naturali a base di grappa trentina. Prima di raggiungere Predazzo, il paese più popolato della Val di Fiemme, ci fermiamo a Ziano per ammirare le sue piccole frazioni Zanon, Roda, Bosin, Parti del Cioto e Zanolin. Ziano è adagiato lungo il torrente Avisio, di fronte alla Catena del Lagorai. Eccoci nella cittadina di Predazzo, chiamata il “Giardino geologico delle Alpi” perché vanta la più alta concentrazione di varietà geologiche al mondo. Nella piazza centrale è possibile visitare il Museo Geologico delle Dolomiti. Il centro storico di Predazzo, dominato la chiesa neogotica dei Santi Filippo e Giacomo (eretta nel 1870), conserva numerose vecchie case, alcune delle quali sono decorate da affreschi. La chiesa più antica è quella di S. Nicolò, risale al ‘500, i cui affreschi sono stati appena restaurati.

Risotto al Teroldego e canederli ai finferli fra le dolomiti Unesco

Predazzo è un’importante stazione turistica, con lo Stadio del salto che ospiterà l’Olimpiade 2026 e gli impianti di risalita che conducono nei paradisi d’alta quota fra le Dolomiti Unesco. Se nella frazione Bellamonte si degusta la tradizione attraverso le rivisitazioni del Ristorante-Rifugio Ciamp de le Strie e dell’Hotel Ristorante Zaluna, a Predazzo meritano una sosta gastronomica il ristorante Primoteca, con il suo risotto mantecato al Teroldego, e il ristorante Miola, noto per i suoi canederli ai finferli. Predazzo è conosciuto per due grandi eccellenze italiane: il formaggio Puzzone e la pasta Felicetti disponibile anche nelle versioni monograno Matt, Kamut o Farro.

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