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e-borghi travel 2, Benessere e borghi: Oltre Confine: Croazia - Borghi istriani: belli e con l’anima

Borghi istriani: belli e con l’anima

Istria: esposta al mare nel quale penetra schierando borghi e seduzioni sull’orlo della costa, tenendosi salda alla terraferma con le Alpi Dinariche. Tra le acque e le vette, un orizzonte di colline con borghi medievali immersi in siepi di alloro e mirto e una tavolozza di colori da incorniciare con lo sguardo. Colore-ombra e colore-luce, come nelle tele dei Macchiaioli: terra rossa, quasi incline al mattone e percorsa da filari di viti e da uliveti d’argento, golfi cobalto con penisole color menta e carsiche rocce bianche che si gettano nel mare. Un paesaggio eterogeneo, nel quale percorrere un itinerario slow per assistere alla solenne messa in scena del passato con una rutilante sequenza di vestigia bizantine, romane, veneziane e austroungariche. Un viaggio a tutto benessere, ritmato dal patrimonio storico e naturale che l’Istria compendia, affascinante nei suoi contrasti e poliedrica nelle proposte: un inesauribile serbatoio di idee per scoprire i suoi borghi seguendo le rotte della storia fra i multiformi scenari della natura.

Gente di mare

Dall’Italia si arriva innanzitutto a Umag (Umago), dove il centro storico e il dedalo di viuzze si aprono su scorci e atmosfere veneziane, dimore rinascimentali e barocche. Nella piazza che guarda il mare, invece, campeggia la barocca chiesa di S. Maria che custodisce un polittico gotico del XV secolo, mentre in quella di S. Pellegrino si trova un organo del 1776, simbolo di un importante festival di musica organistica, evento cui si affianca l’appuntamento clou di Umag, il Croatia Open, il famoso torneo internazionale di tennis. Sempre sul litorale e vicina alla foce del fiume Mirna è Novigrad (Cittanova), anch’essa con un allineamento di palazzi gotici veneziani, alcuni rimasti inalterati nel tempo come due torri e parte delle mura merlate. Preziosa è anche la collegiata di S. Pelagio, che della struttura originaria conserva la cripta del XIII secolo. Seguendo la costa ecco Porec (Parenzo): nel suo nucleo antico il castrum romano imbriglia in una planimetria ordinata i monumenti e i palazzi sorti sul Decumanus. Ed è qui che sorge la basilica Eufrasiana, patrimonio dell’Unesco: i suoi mosaici - del VI secolo - vantano l’ottanta per cento di tessere originali.

Assi nella manica

A sud di Porec la riviera istriana gioca tre carte vincenti, a iniziare da Funtana (Fontane), un piccolo borgo di pescatori situato in una profonda insenatura, il cui nome deriva da sorgenti che sgorgano in prossimità della costa. Segue Vrsar (Orsera), che meriterebbe da sola un viaggio per ammirare la sua parrocchiale della Madonna del Mare, eretta nel IX secolo e ampliata nel XII, uno dei più rilevanti e meglio conservati edifici romanici della regione croata con affreschi e pavimento musivo a motivi floreali. Da Vsar si arriva al Limski Kanal (Canale di Lemme), in realtà un fiordo profondo nove chilometri e largo seicento metri, fiancheggiato da costoni alti sino a cento metri e da sponde rigogliose nelle quali vi sono grotte con reperti preistorici. E’ questa una riserva naturale fra le più belle della penisola istriana, da conoscere lentamente e assaporandola in tutti i sensi. La bassa salinità delle acque, infatti, favorisce la crescita di molluschi e di pesci, prelibatezze gastronomiche tutte da gustare.

A tutta cuspide

Nel vertice del triangolo istriano si entra a Rovinj (Rovigno), che custodisce il secentesco arco dei Balbi, ornato da un quattrocentesco leone di S. Marco. Quasi cinque secoli di Serenissima sono da leggere fra le pietre – e scoprire nel Museo regionale – di questo centro marinaro avvolto su se stesso e con strade tortuose che si arrampicano sulla collinetta dalla quale svetta il campanile della cattedrale di S. Eufemia: con i suoi 60 metri è il più alto dell’Istria. Dal porto vecchio, con un’imbarcazione, si guadagnano gli isolotti di fronte alla riva: sono 13 e fra questi spicca Crveni Otok (Isola Rossa), preziosa per un’abbazia fondata dai benedettini nel VI secolo e per le calette cristalline. Ancora abissi: tra Rovinj e Pula e in mare aperto affiora l’arcipelago delle Brijuni (Brioni), parco nazionale dal 1983, un mediterraneo gioco della natura con circa 700 specie di piante e un ventaglio di opzioni di cose da fare: qui vi sono un moderno parco-safari, antiche fortificazioni, rovine di monasteri, ville romane e bizantine.

Al vertice e a oriente

A Pula (Pola) il segno del tempo incide i monumenti e la storia lavora senza posa da millenni: non a caso la località vanta un anfiteatro romano eretto nel I secolo d.C. per ospitare le lotte dei gladiatori. Quasi perfettamente conservata, l’ellisse esterna dell’arena in bianca pietra istriana presenta tre ordini di gradinate con due piani a 72 arcate e un terzo inciso da aperture quadrate: intatta e imponente, l’arena è oggi sede di concerti e spettacoli teatrali con vista sul mare. Da non mancare sono anche l’area del foro romano con il tempio di Roma e Augusto, l’Arco dei Sergi e il Teatro Romano. Come un ciondolo che si protende nel mare è Punta Kamenjak, frastagliato promontorio con circa 500 specie vegetali e lunghe spiagge che preludono a fondali ricchi di fauna, esattamente come Rabac (Porto Albona), sulla costa orientale istriana, sequenza di arenili ghiaiosi posti sotto il colle di Albona, destinazione medievale finale di questo routing all’insegna della sostenibile leggerezza dell’essere.

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