Siamo a Cja Ronc, dove gli abitanti che vi si erano stabiliti dopo la seconda guerra mondiale sono "scappati" dopo essere stati esasperati da strani rumori notturni e misteriose presenze che riempivano le loro notti. Chi in seguito ha provato a stabilirvisi, ha poi abbandonato a sua volta il luogo dopo aver assistito a strani eventi notturni: corrente che andava e veniva, recinti divelti, oggetti che sparivano e molto altro ancora. La scena odierna è di totale e repentino abbandono. Se volete visitarlo, consiglio di farlo alla luce del sole!
Iniziando da Francesco Zorzi, il maggior cabalista italiano del Cinquecento, alchimista e realizzatore del testo “De Harmonia mundi”; poi il fantasma nella casa del pittore veneziano Marius Pictor; lo spirito della mitica Eleonora Duse; la lumiera, un fuoco fatuo che a volte aiuta a volte spaventa; el Masariol, uno spirito satirico e dispettoso che può trasformarsi in qualsiasi animale; i can de Baldan, spiriti infernali che terrorizzano i contadini; per non parlare degli affreschi e delle particolarità architettoniche delle case. Tutto tranquillo, no?
Oggi non sembra possibile, ma come testimoniato in una maiolica blu nella piazzetta di Santa Maria Assunta - che ritrae il borgo nel 1518 -, Camogli ha un isola. Il mistero sta nel fatto che il palazzo - di gusto veneziano - che divide il porticciolo dal camminamento sul lungomare, si staglia sull'acqua creando un'illusione ottica che dà un senso di continuità al paesaggio. Sul “piccolo isolotto” si trovano il castello di Camogli, la chiesa e alcune abitazioni.
Siamo nei pressi di Chiusdino, dove vicino all'Abbazia di San Galgano, splendido complesso a cielo aperto, possiamo trovare l'Eremo di Montesiepi, una cappella al cui interno c'è realmente una spada conficcata saldamente in una roccia. La leggenda vuole che sia la spada di San Galgano che la piantò lì quando decise di abbandonare i suoi averi e dedicarsi alla vita spirituale.
Si tratta di Antenore che, secondo Virgilio, nell'Eneide attribuì al principe la fondazione della città veneta dopo la distruzione di Troia. Indicato nell'Iliade come traditore, Dante chiamò il girone dei traditori Antenora. Nel 1274, durante la costruzione di un ospizio a Padova, fu rinvenuta un'arca funeraria che, secondo l'erudito Lovato Lovati, conteneva i resti di Antenore. Così nel 1283 fu eretto un monumento in suo onore contente l'arca in Piazza Antenore. Purtroppo nel 1985 l'arca fu riaperta e si scoprì che i resti erano in realtà di un guerriero ungaro.
Siamo nei pressi della strada delle Grange lungo le risaie tra Crescentino e Vercelli. Lungo la strada c'è lo svincolo per Leri Cavour, borgo abbandonato e dal senso spettrale. Tra le stalle e le abitazioni abbandonate ecco apparire una bara. Una bara che oggi c'è, domani no. Di sicuro si tratta della trovata di qualche burlone ma la cosa ha fatto notizia. Volete andare a vedere se oggi c'è?