Scegliere un albergo diffuso – ovvero un’offerta di ospitalità che si declina in più edifici vicini tra loro, spesso arrivando a includere interi borghi – significa optare per un soggiorno esperienziale, che consente di immergersi nella cultura e nella quotidianità dei luoghi e dei loro abitanti: niente di più perfetto per gli amanti del turismo sostenibile e di qualità, desiderosi di assaporare ogni aspetto di una destinazione senza rinunciare ai servizi tipici dell’hôtellerie. Ma, forse, non tutti sanno che gli alberghi diffusi sono un’idea tutta made in Italy, nata in Carnia dopo il terremoto del 1976 per rilanciare il turismo: perché costruire nuove strutture alberghiere quando si potevano utilizzare case e borghi ristrutturati ma ancora disabitati, recuperando al tempo stesso la memoria storica del territorio valorizzandone le architetture tipiche? È da questa intuizione – semplice quanto innovativa – che Giancarlo Dall’Ara (docente di marketing turistico e oggi alla guida dell’Associazione Nazionale Alberghi Diffusi) conia la definizione di “albergo diffuso”, che vedrà poi il nascere di una normativa ad hoc e di numerose realtà collocate in alcuni dei borghi più belli del Belpaese. Una curiosità, prima di partire per un giro tra gli alberghi diffusi più scenografici della Penisola: il modello italiano è stato di recente celebrato sia dal prestigioso Forbes sia dalla Cnn, che ha addirittura individuato negli alberghi diffusi la perfetta soluzione per l’ hôtellerie in epoca Covid.
Tutti diversissimi tra loro, ognuno con una personalità propria e un modo unico di interpretare il genius loci, è difficile “incasellare” gli alberghi diffusi: per questo motivo abbiamo pensato di intraprendere questo viaggio semplicemente spostandoci da nord a sud. Ed è proprio dall’estremo nord che vogliamo partire, da Forgaria Monte Prat, in provincia di Udine, dove minuscoli agglomerati di case rurali in pietra accolgono i viaggiatori trasportandoli in un mondo fatto di antiche tradizioni e di sapori genuini. Spostandoci in provincia di Bolzano, a Egna – annoverato tra i borghi più belli d’Italia – si trovano le tipiche case altoatesine dell’albergo diffuso Emotion Living, inframmezzate da portici e viette dove si affacciano botteghe storiche, enoteche e ristoranti tipici, alcuni dei quali fungono da vere e proprie “sale da pranzo” dell’albergo. Poco distante da Cuneo, e per la precisione a Canosio, chi desidera atmosfere montane, case in pietra con soffitti a cassettone e stradine acciottolate, deve assolutamente soggiornare alla Locanda degli Elfi, mentre chi predilige i panorami lacustri troverà nel pittoresco borgo di Lovere, affacciato sul Lago di Iseo e in provincia di Bergamo, Torre Soca, albergo diffuso ecosostenibile dalle suggestioni medievali.
Scendendo verso il centro Italia, sono numerosi gli alberghi diffusi che coincidono con interi borghi, agglomerati che sembrano rubati a qualche a presepe, incastonati in contesti naturali ancora selvaggi e incontaminati. È il caso di Sextantio, a Santo Stefano di Sessanio – in provincia de L’Aquila –, uno scenografico borgo medievale sulle colline del Parco Nazionale del Gran Sasso, dove si dorme in palazzi d’epoca, “riscaldati” da antichi camini e soffitti in legno del Seicento; o come Le Dame del Borgo, nel pittoresco abitato di Sassetta (Livorno), con le sue case in pietra abbarbicate le une alle altre o Borgo Montemaggiore, nell’agglomerato omonimo in provincia di Pesaro-Urbino, dove la piazzetta del paese diventa la réception e gli stretti vicoli i “corridoi” lungo i quali si allineano gli alloggi; o ancora come Borgo dei Corsi, a Raggiolo (Arezzo), dove si può soggiornare in storiche case in pietra, tra stradine acciottolate, muretti a secco e fortificazioni risalenti all’Anno Mille, mentre la vista spazia sui verdi boschi della valle del Casentino. Occupa invece il quartiere militare dello scenografico “feudo” omonimo, Montepagano 1137 (siamo in provincia di Teramo), albergo diffuso le cui suite – un mix tra antico e ricercate soluzioni di design – sono collocate tra l’ariosa piazza d’armi, la medievale Porta del Sole e la bella Loggia degli Acquaviva.
Spostandoci ancor più a sud, le antiche pietre lasciano spesso il posto ad architetture uniche e all’insegna della tipicità, come i famosissimi trulli della Valle d’Itria, ma anche come le “cummerse”, le abitazioni rettangolari con tetti spioventi che punteggiano l’affascinante Locorotondo (in provincia di Bari) e che danno vita all’albergo diffuso Sotto le Cummerse; per non citare le 18 grotte scavate nella roccia – alle quali si aggiunge uno spazio comune all’interno di una suggestiva chiesa rupestre – di Sextantio-Le Grotte della Civita, albergo diffuso di raro fascino nella parte più scenografica dei Sassi di Matera (Patrimonio Unesco). Ancora Unesco per Scicli Albergo Diffuso (siamo in provincia di Ragusa, uno dei “set” del Commissario Montalbano), che offre camere e spazi comuni in scorci dove il Barocco siciliano regna sovrano, mentre è all’insegna della bioarchitettura e dell’ecosostenibilità Bisos – che in sardo significa “sogni – recente progetto di “albergo orizzontale” in provincia di Oristano, nato ristrutturando le antiche case nel cuore di Paulilatino con materiali naturali e valorizzando l’artigianato locale: un paio di esempi? Le testiere dei letti sono colorati con erbe sarde e le coperte sono una creazione delle tessitrici della vicina Samugheo.