Come i dialetti e i piatti tipici, anche le danze tradizionali sono l’espressione di un territorio e ne rappresentano l’aspetto più misterioso e simbolico. La loro origine, infatti, si perde nella notte dei tempi, quando ogni gesto e ogni passo avevano un significato preciso, che si trattasse di un rituale di corteggiamento, di una sfida, della celebrazione di un raccolto, di un rito propiziatorio o di un atto di seduzione. Relegate per decenni quasi esclusivamente alle feste popolari e alla memoria di pochi appassionati, oggi i balli folkloristici stanno vivendo una seconda primavera, complice anche la musica leggera, che non di rado ha recentemente preso in prestito dalle tradizioni regionali strumenti, frasi musicali e melodie. Se la pizzica è forse la più famosa delle danze popolari italiane e il festival che la vede protagonista ogni estate in Salento – e che culmina con “La notte della Taranta” – richiama decine di migliaia di visitatori da tutto il mondo, l’Italia vanta in realtà un patrimonio danzereccio ricchissimo e variegato. Proviamo allora a disegnare una mappa della Penisola… a passo di danza – tradizionale – of course.