Elegante e neoclassico all’esterno, sfarzoso e barocco al suo interno. Antico ma allo stesso tempo all’avanguardia. Nel centro di Modena, in corso Canalgrande, si erge uno dei teatri lirici più apprezzati d’Italia. È il famoso Teatro Comunale Pavarotti-Freni, dal 2007 intitolato a Luciano Pavarotti e da oggi consacrato a un’altra stella modenese del Belcanto: Mirella Freni, che nel 1955, ad appena diciannove anni, debuttò proprio sul palcoscenico del Comunale. Un teatro da sempre legato alla grande tradizione della lirica e del balletto, che negli anni ha saputo, però, aprirsi anche alle tendenze musicali più alternative, convogliando attività di grande interesse come ad esempio l’“Altro Suono Festival”, evento dedicato alle sonorità contemporanee, o “Musica su misura”, rassegna di teatro dedicata ai ragazzi. È anche grazie a queste commistioni che questo teatro è ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile nel panorama culturale cittadino, e non solo. Un luogo di incontro e di riflessione, nel quale dialogano in armonia tradizione e innovazione.
L’idea di edificare un teatro cittadino dedicato alla lirica risale agli anni Trenta del XIX secolo. I modenesi si rendono allora conto che l’antica sala seicentesca di via Emilia, ormai malandata, non è più in grado di ospitare rappresentazioni all’altezza di una città che ha sempre più fame di musica e di cultura. Così nel 1838 una delibera della Comunità di Modena dà il via libera ai lavori, che vengono affidati all’architetto Francesco Vandelli, a quell’epoca al servizio del duca Francesco IV d’Austria-Este. E in soli tre anni prende forma quello che all’inizio viene chiamato il Nuovo Teatro dell’Illustrissima Comunità: un edificio neoclassico a nove arcate sulla cui sommità si staglia un gruppo scultoreo raffigurante “Il Genio di Modena” dell’artista Luigi Righi. L’inaugurazione ha luogo la sera del 2 ottobre del 1841, quando viene rappresentata l’opera Adelaide di Borgogna al Castello di Canossa, composta per l’occasione dal musicista modenese Alessandro Gandini.
Ma è all’interno del teatro che gli spettatori possono apprezzare sia il pregio dell’architettura, che la sua eccellenza acustica, frutto dell’estro degli artisti e degli artigiani locali che contribuirono alla sua realizzazione. Una platea di forma ellittica ospita circa 350 posti a sedere, mentre 120 palchi suddivisi in cinque ordini la abbracciano elevandosi fino al grande soffitto a volta ornato con il magnifico lampadario a energia elettrica installato nel 1887. I restauri degli ultimi anni hanno permesso di riportare all’antico splendore le decorazioni e gli arredi del teatro, ma anche di rinnovarne gli impianti e l’apparato tecnico. Grazie agli interventi si è così riusciti a preservare e consolidare il magnifico sipario dell’artista modenese Adeodato Malatesta: un telero di duecento metri quadri, che è un omaggio al mecenatismo della corte estense. Rinnovati anche gli impianti tecnologici della struttura del palcoscenico, che con i ballatoi, le passerelle e il graticcio è ancora quella originale.
Da Giuseppe Verdi a Ottorino Respighi. Da Beniamino Gigli a Renata Tebaldi. Da Luciano Pavarotti a Mirella Freni. È quasi infinito l’elenco di artisti che in oltre 180 anni di storia si sono avvicendati sul palco del Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena. Nel 1843 è stata la volta di Giuseppe Verdi, che scelse di presentarsi al pubblico della città emiliana con il Nabucodonosor. Tre anni più tardi l’emiciclo del teatro ha invece ospitato non una celebrità del Belcanto, ma una rissa furibonda tra liberali e militari austriaci sorta al termine di una rappresentazione de I masnadieri del maestro di Busseto. Nel 1955 Mirella Freni, lo si accennava all’inizio, diede avvio alla sua sfolgorante carriera vestendo i panni di Micaela nella Carmen di Bizet. E in questo teatro, dove aveva coltivato il suo talento e che aveva sempre considerato come la sua casa artistica, era tornata ad esibirsi volentieri anche in seguito. Come del resto aveva fatto Luciano Pavarotti, che anche da star di fama mondiale aveva continuato ad avere con il Comunale di Modena un rapporto d’elezione.