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e-borghi travel 28, Speciale i borghi della bellezza: Emilia, palcoscenici d’autore

Piccoli, a volte minuscoli. Oppure maestosi e con palchi degni di un re. Nelle grandi città, dove l’amore per la musica e per il teatro ha avuto sempre un posto d’onore. Oppure nei borghi di provincia, dove oggi come ieri si continua a promuovere e sperimentare arte. Il territorio tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia - la terra dello slow mix dove cultura, natura ed enogastronomia si fondono regalando esperienze di vacanze sempre diverse - può vantare ben 52 teatri storici. Ci sono i palcoscenici famosi come il Teatro Regio di Parma, tempio della lirica italiana, o il Teatro Municipale di Piacenza, definito da Stendhal il più bel teatro d’Italia. Ma ci sono anche i gioielli meno noti come il Teatrino del castello di Vigoleno o il Teatro Herberia di Rubiera, animato dall’associazione La Corte Ospitale. Luoghi dove risuona la musica di Verdi e di Toscanini. Dove si danza, si ascoltano concerti o spettacoli di prosa. Universi segreti da scoprire non solo durante gli appuntamenti in cartellone, ma anche attraverso le visite guidate. Occasioni uniche per entrare in relazione con questi spazi e guardarli da una prospettiva inedita. Che lo spettacolo abbia inizio.

Parma, dove la lirica è di casa

Parma è conosciuta per la sua atmosfera raffinata, per l’eleganza dei suoi monumenti, per il buon cibo e per la musica. Una petite capitale - quest’anno anche della cultura -, che ha dato i natali ad Arturo Toscanini e dove la musica di Giuseppe Verdi è di casa. Perché, allora, non partire dal neoclassico Teatro Regio, che ospita la stagione lirica e il Festival Verdi? Un luogo vivo, da apprezzare anche nei tour guidati che accompagnano i curiosi nel foyer e dentro la maestosa sala dominata dall’enorme astrolampo. Altro capolavoro di cui la città va giustamente fiera è il Teatro Farnese, gioiello ligneo del XVII secolo costruito all’interno del Complesso monumentale della Pilotta, sede di prestigiose raccolte d’arte e centro culturale e scientifico di grande rilevanza. Ma Parma, non bisogna mai dimenticarlo, è anche Città Creativa Unesco per la Gastronomia, un titolo conquistato grazie a delizie conosciute in tutto il mondo come il Prosciutto di Parma, il Culatello di Zibello e il Parmigiano Reggiano.

Busseto, sulle tracce di Giuseppe Verdi

Tutto a Busseto ruota intorno a Giuseppe Verdi. Questo borgo della Bassa parmense ha infatti dato i natali al Maestro, che nacque in un’umile casa di campagna, oggi museo in località Le Roncole. Ma la personalità di questo artista è celebrata in ogni angolo, da Villa Pallavicino, sede del Museo nazionale Giuseppe Verdi, al Museo verdiano di casa Barezzi. È però nella rocca duecentesca che si trova il Teatro Giuseppe Verdi, curiosamente mai frequentato dalla personalità cui rendeva omaggio. Il Maestro lo riteneva “di troppa spesa” e all’inaugurazione, benché avesse donato una cospicua somma per la costruzione, non vi mise piede. Ma oltre che per la figura di Verdi, Busseto riluce anche per la cultura enogastronomica. Tra le tante delizie, va segnalata la Spongata, torta a base di pane abbrustolito, amaretti e noci, documentata fin dal Trecento. Un viaggio nei sapori che suggeriamo di arricchire con la visita al Museo del Culatello, a Polesine Parmense. Ai cultori di Verdi non resta invece che fermarsi a Villa Sant’Agata, nel borgo di Villanova sull’Arda, dove il compositore abitò per cinquant’anni.

Piacenza, una lunga tradizione teatrale

L’amore per il palcoscenico ha segnato nel profondo anche la storia di Piacenza, ricca di teatri e spazi adibiti alla recitazione. Per approfondire questo aspetto, si può partire dal Teatro Municipale celebrato da Stendhal. Impossibile non rimanere colpiti dall’atmosfera romantica della sala, dai velluti rossi e dagli stucchi dorati dei palchi. E che dire del Teatro dei Filodrammatici con la sua deliziosa facciata in stile Liberty? Fu inaugurato nel 1908 nella chiesa di Santa Franca, dopo una conversione che non ne alterò la struttura, ma la fuse in maniera armoniosa con la nuova funzione “profana”. Simile destino quello del Teatro Gioia: da chiesa intitolata al Sacro Cuore e casa dei Gesuiti, diventò Teatro Romagnosi nell’Ottocento, per essere poi smantellato e tornare teatro nel 1992. Ma come tutti i centri dell’Emilia, anche Piacenza è una meta gastronomica d’eccellenza, e vale la pena di approfittarne. Dai pisarei e fasò agli anolini. Dai tortelli con la coda ai salumi piacentini: la coppa, la pancetta e il salame. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Pontenure e Vigoleno, teatri in miniatura

È vero, non è solo la grandiosità a suscitare ammirazione, almeno non sempre. Se nei capoluoghi dell’Emilia i teatri assunsero dimensioni considerevoli, nei borghi i luoghi deputati alla recitazione si insediarono fin nelle residenze dei privati, dando vita a palcoscenici “bomboniera” dove la performance teatrale diventava un’esperienza più intima. Uno degli esempi più curiosi è il Teatro Serra di Parco Raggio a Pontenure, appena dieci chilometri a sud di Piacenza. Ideato alla fine dell’Ottocento all’interno di “Villa Fortunata”, oggi è un luogo di spettacolo unico, a metà strada tra spazio scenico e orto botanico. Fuori dall’ordinario è anche l’esperienza che regala il Teatrino del castello di Vigoleno, borgo incantato del comune di Vernasca, da cui raggiungere facilmente le terme di Salsomaggiore e di Tabiano. Ma cosa rende il teatro di Vigoleno così speciale? Non solo la platea, che conta appena 12 posti, ma anche le decorazioni esotiche ed enigmatiche che l’artista russo Alexandre Jacovleff realizzò durante gli anni Venti del secolo scorso.

Reggio Emilia, connubio tra teatro, arte e gastronomia

Lambrusco, Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia e poi tortelli verdi e di zucca, cappelletti in brodo, erbazzone e gnocco fritto. Reggio Emilia è conosciuta per la sua ottima cucina, che attira buongustai da tutto il mondo. Ma la città è anche uno scrigno di tesori storici e artistici che difficilmente deludono il visitatore. Tra questi spicca il Teatro Municipale Romolo Valli. Maestoso, opulento, grandioso, questo edificio è la traduzione in realtà della passione non comune dei reggiani per le rappresentazioni teatrali. Inaugurato nel 1857, si presenta con uno stupendo porticato dominato da un cornicione decorato con 14 statue. Più travagliata, invece, la vicenda di un altro monumento simbolo del territorio reggiano: il Teatro Comunale Bonifazio Asioli di Correggio. Oggi è uno dei centri di cultura più effervescenti della città, ma durante la sua storia, iniziata nel 1852, dovette resistere a incendi, progetti di demolizione, chiusure e persino un terremoto, quello del 1996. Nulla, però, è mai riuscito a fermarlo.

Nei dintorni di Reggio, territorio ad alta densità d’arte

Quando si parla di teatri storici anche il territorio attorno a Reggio Emilia gioca ad armi pari con le altre province. Novellara, borgo dei Gonzaga, vanta ad esempio il Teatro Comunale Franco Tagliavini, riproduzione in miniatura del Municipale di Reggio. Uno dei più antichi d’Italia è invece il Teatro Ruggero Ruggeri di Guastalla, borgo che non mancherà di stupire anche per la meravigliosa piazza Mazzini. A Gualtieri, uno dei Borghi più belli d’Italia, risplende invece l’esperienza “rovesciata” del Teatro Sociale di Gualtieri, con la platea usata come palcoscenico e l’ex spazio scenico ad accogliere gli spettatori. Degno di nota anche il Teatro Comunale di Rio Saliceto: fuori normale abitazione, dentro luogo affascinante per la commistione di stili. E che dire, infine, del Teatro Sociale di Luzzara? Inaugurato nel 1852, è stato negli anni sala da ballo, cinematografo e perfino autorimessa. Poi nel 2018 la rinascita e la decisione di intitolarlo a Danilo Donati, costumista, scenografo, artista poliedrico, luzzarese d’origine e premio Oscar.

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