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e-borghi travel 45, Speciale Borghi del tempo: Oltreconfine: Viaggio nello spazio e nel tempo

Da sempre l’uomo ha sentito la necessità di misurare il tempo e ha compreso l’importanza di registrare in qualche modo l’avvicendarsi delle stagioni: in antichità, quando le manifestazioni della natura erano considerate emanazioni di entità divine – in primis il sole, assurto in un secondo tempo a vera e propria divinità per diverse civiltà, dal Ra degli Egizi all’Apollo di Greci e Romani, ma anche fulmini, lampi, siccità e alluvioni – sono state create opere imponenti e talvolta misteriose proprio per tenere traccia del tempo che passava, con una particolare predilezione per solstizi ed equinozi, momenti dell’anno che segnavano un importante cambiamento nelle ore di luce a disposizione e nel clima i primi, e nel risveglio della natura o nel suo addormentarsi i secondi. Così, per esempio, le grandi piramidi di Giza in Egitto secondo alcune teorie sarebbero allineate alla cintura della costellazione di Orione, mentre le affascinanti linee di Nazca in Perù sarebbero da considerarsi il più grande libro di astronomia del mondo, usato per i riti collegati a un antico calendario. Facciamo dunque un viaggio a ritroso nel tempo e scopriamo come segnavano lo scorrere delle stagioni alcune meraviglie dell’antichità, tutte attualmente protette dall’Unesco.

Stonehenge e il solstizio

Rimanendo in Europa, uno dei siti archeologici più misteriosi e scenografici, un vero rompicapo per gli studiosi di diverse discipline, è Stonehenge, il famosissimo “cerchio” di pietre megalitiche eretto circa 4.600 anni fa nella pianura di Salisbury, nel sud dell’Inghilterra. I misteri legati a questo luogo vanno di pari passo con l’atmosfera mistica che vi si respira: se la sua costruzione rimane un grande punto di domanda – ci si interroga ancora su come abbiano fatto le popolazioni del Neolitico a trasportare quei pesantissimi massi megalitici – anche le ipotesi sul significato di Stonehenge sono contrastanti. Sembrerebbe ormai accertato, però, che si trattasse di un sofisticato calendario, in grado di segnare con esattezza i due solstizi: il sole, infatti, viene incorniciato perfettamente dagli enormi menhir sia al suo sorgere nel solstizio d’estate sia al suo tramontare in quello invernale. Ancora oggi i due fenomeni della natura vengono celebrati da migliaia di persone, che si ritrovano ogni anno a Stonehenge per ammirare l’incredibile spettacolo.

Chitzen Itza: la discesa del serpente piumato

Ci spostiamo in Messico ed esattamente nel sito maya di Chitzen Itza, nel nord della penisola dello Yucatan per un altro antico quanto coreografico “calendario”. Qui, infatti, precisamente sulla maestosa piramide dedicata al dio-serpente Kukulkan, sia durante l’equinozio di primavera sia durante quello autunnale si può assistere a un incredibile effetto ottico – che attira ogni anno migliaia di spettatori da tutto il mondo – creato dal sole: l’ombra di un serpente piumato sembra scendere i 91 gradoni della ripida scalinata nord della piramide all’alba, per risalirli al tramonto. Secondo la leggenda, il dio-serpente Kukulkan è colui che ha dato il sapere al popolo maya, per poi abbandonarlo e salire al cielo, con la promessa però di un futuro ritorno. Ma non è tutto: oltre all’orientamento legato agli equinozi, l’intera piramide, infatti, è un vero e proprio orologio astronomico: sommando i 91 gradini che campeggiano su ognuno dei quattro lati e aggiungendo la piattaforma, si ottiene 365, il numero di giorni di un anno. Non è dunque un caso che l’intero sito archeologico, oltre a essere protetto dall’Unesco, sia annoverato tra le “nuove sette meraviglie del mondo”.

Jantar Mantar: il capolavoro del maharaja-astronomo

Cambiamo ancora continente e arriviamo in India, alle porte della bellissima Jaipur, la “città rosa” del Rajasthan. Qui si può visitare uno straordinario complesso architettonico, le cui costruzioni sono veri e propri strumenti astronomici, il Jantar Mantar, voluto dal maharaja Jai Singh II tra il 1727 e il 1734. Benché il primo osservatorio fatto costruire dal sovrano sia a Delhi – in realtà il maharaja ne farà edificare complessivamente cinque –, quello di Jaipur è il più grande e il meglio conservato, oltre a vantare un primato da guinness: qui si può ammirare la meridiana in pietra più grande del mondo, che scandisce l’ora con un intervallo di due secondi. Particolarissime e super sofisticate le funzioni dei 19 enormi strumenti che compongono Jantar Mantar, per misurare il tempo e la sfera celeste: tra le altre, infatti, era – ed è – possibile osservare le posizioni astronomiche a occhio nudo, prevedere le eclissi, accertare le declinazioni dei pianeti, determinare le altitudini celesti, calcolare gli orari di albe e tramonti e persino trovare la posizione della stella polare rispetto agli altri astri.

di Simona PK Daviddi

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