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e-borghi travel 5, Paesaggi e borghi: Val d'Orcia, paesaggio che diventa arte

Colline a perdita d’occhio ricoperte da vigneti, oliveti e castagneti, alternate a campi coltivati e delimitati con geometrica perfezione da cipressi, piccoli borghi medievali, casolari, castelli, abazie e pievi. È questo paesaggio, proprio della Val d’Orcia, che a partire dal Rinascimento è diventato un ideale di equilibrio tra uomo e natura grazie anche alle opere dei pittori della Scuola Senese. Il paesaggio naturale di questa valle, attraversata dal fiume Orcia e dominata sullo sfondo dal Monte Amiata, è stato infatti “ridisegnato” per rispecchiare gli ideale di buon governo e di armonia nella natura tipici del Rinascimento. Per capirlo al meglio, si possono vedere negli affreschi di Ambrogio Lorenzetti “Allegoria del Buon Governo” (1338-1339), conservati nel Palazzo Pubblico di Siena. L’unione tra paesaggio naturale e opera dell’uomo ha regalato a questo paesaggio un’identità storica unica che è rimasta inalterata nel tempo tanto da essere riconosciuta patrimonio dell’Unesco.

Immergersi in un dipinto 

La scoperta della Val D’Orcia parte da Pienza, borgo sorto fra il 1459 e il 1462 per volontà di Papa Pio II di dare forma alla “città ideale”. Qui si passeggia tra vie dedicate all’amore, al bacio e alla fortuna, e ci si affaccia sul paesaggio circostante lasciando correre lo sguardo fino al vulcano spento del Monte Amiata. Basta un momento e diventa impossibile resistere alla tentazione di immergersi in questo caleidoscopio di colori, magari a bordo di una bici, di un motorino d’epoca o perfino a cavallo per godersi il paesaggio lentamente. Si può così scoprire la Quercia delle Checche, un albero con oltre 400 anni di storia, conosciuto anche come albero delle streghe – ha ottenuto persino il riconoscimento di “primo monumento verde d’Italia” -, oppure ci si può fermare ad ammirare la solitaria Cappella della Madonna di Vitaleta sulla strada che collega tra Pienza e San Quirico d’Orcia, un borgo medievale che da solo vale il viaggio grazie alla sua collegiata del 1200.

Ritmi slow, tramonti e teatro

Viaggiare in Val d’Orcia significa anche vivere momenti di relax nei borghi termali, a iniziare da Chianciano. In questi territori l’acqua, conosciuta fin dall’epoca etrusca, ha concorso a plasmare il paesaggio con cascate, ruscelli e piscine naturali che, con il passare del tempo, hanno creato concrezioni che sembrano uscite dalle pagine da un libro di fiabe gotiche, come la cosiddetta “Balena Bianca” una roccia calcarea nei pressi di Bagni di San Filippo. Particolarmente suggestivo è il Parco dei Mulini a Bagno Vignoni, un minuscolo borgo lungo la via Francigena dominato da un’enorme vasca di pietra dove sgorga l’acqua termale e da cui si alza il vapore acqueo abbrancando poi, in una sorta di incantesimo, l’intero borgo. Una perfetta giornata slow si chiude ammirando il tramonto sulla Val d’Orcia dalle mura di Monticchiello, un borgo fortificato a cinquecento metri di altezza dove, se si ha fortuna, si può prendere parte agli eventi dal “Teatro Povero”, un’istituzione con oltre cinquant’anni di storia.

Miti antichi e recenti

Leggende, storie e tradizioni in Val d’Orcia si intrecciano al presente e rivivono nei nomi delle vie, nelle leggende, e, talvolta, persino nei menù. Ghino di Tacco, il bandito cantato da Dante Alighieri nella “Divina Commedia” e da Boccaccio nel “Decamerone”, è legato a doppio filo al borgo Radicofani. Il Barbarossa invece ha incontrato a San Quirico d'Orcia i messi papali di Adriano IV. Santa Caterina, patrona d’Italia – dichiarata dottore della Chiesa da papa Paolo VI -, ha ricevuto il dono della scrittura a Rocca di Tentennano, una roccaforte strategica nei pressi di Castiglione d'Orcia che, tra l’altro, fu il primo comune a promulgare, 800 anni fa, una carta costituzionale grazie al conte Tignoso da Tentennano. A ricordo del passaggio di Carlo Magno da Montalcino infine fu costruita l’abazia romanica di Sant'Antimo. Tra i miti più recenti non si può dimenticare Massimo Decimo Meridio nel celebre “Il Gladiatore” (all’anagrafe Russel Crowe). Ridley Scott e, in precedenza, Franco Zeffirelli e Bruno Bertolucci, hanno scelto queste colline per girare i loro capolavori.

Paesaggio sensoriale

Il paesaggio della Val d’Orcia stimola tutti e cinque sensi grazie a tradizioni secolari che hanno trasformato i prodotti del territorio in eccellenze internazionali come il cacio pecorino di Pienza, prodotto con latte di pecora pastorizzato e stagionato in barrique di rovere per almeno novanta giorni; i pici, un tipico formato di pasta magari conditi con l’aglione; l'olio extra-vergine di oliva di Castiglione d'Orcia e i salumi di Cinta Senese, razza allevata da secoli proprio in Val d’Orcia. Ma sono i vini rossi ad aver portato la Val d’Orcia nel mondo con il Brunello di Montalcino Docg, prodotto da uve di Sangiovese in purezza e invecchiato in botte di rovere per almeno tre anni e il Nobile di Montepulciano Docg, vinificato da uve di Prugnolo Gentile e invecchiato in botti di rovere. I borghi del “Doc Orcia” hanno costituito una strada del vino che porta turisti e appassionati in un paesaggio tutto da bere che si snoda tra le colline della campagna senese.

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