La Basilicata è terra di monti e mari, borghi antichi e piccole città, boschi e vigneti, canyon e antichi vulcani. E’ una terra che nasconde innumerevoli segreti, ed è uno dei più remoti e meno conosciuti mosaici di ambienti e paesaggi, un incessante alternarsi di paesi arroccati e laboriose cittadine. Dalla zona del Vulture - Melfese, al potentino e alle Dolomiti lucane, dal massiccio del Pollino al Monte Sirino, dalla Val d’Agri alla collina materana, fino a giungere alla piana di Metaponto, sulle rive del mar Ionio, la Basilicata è un continuo alternarsi di differenti paesaggi. E’ Matera, gioiello della regione, la grande vetrina sul mondo della Basilicata di quest’anno. Capitale europea della cultura nel 2019, con i sorprendenti Sassi, patrimonio Unesco dal 1993, le gravine, la Murgia materana e il parco archeologico storico e naturale delle Chiese rupestri, la destinazione si è rivelata una delle mete italiane turisticamente più ambite dell’anno.
Aliano è un piccolo borgo del materano arrampicato su un colle argilloso di poco più di cinquecento metri d’altezza, noto per il suggestivo paesaggio lunare offerto dai calanchi, vette create dalla natura che si adagiano scendendo morbide verso il mare creando uno scenario naturale emozionante e irripetibile. Qui nel 1935-36 fu esiliato Carlo Levi, che visse prodigandosi come medico, dedicandosi alla pittura e impegnandosi per dare vita alla sua principale opera letteraria, quel “Cristo si è fermato a Eboli” che ha ambientato proprio in quest’angolo di Lucania. Per espressa volontà dello scrittore, il suo corpo riposa dal 1975 nel cimitero del paese che celebra il suo illustre confinato con il Museo storico Carlo Levi e la Casa museo del confino. Ai musei si unisce il Parco letterario dedicato a Levi, che propone una visita ai luoghi legati agli episodi raccontati nel romanzo. L’offerta culturale di Aliano si completa con il Museo d’arte contemporanea e il Museo della civiltà contadina. Tra le principali emergenze architettoniche del borgo c’è la seicentesca Chiesa di San Luigi Gonzaga, arricchita da un altare barocco e dalle pareti adornate da grandi tele dipinte.
Chiamata anticamente Montepeloso, Irsina era un tempo sede vescovile con Gravina di Puglia. Nel borgo si respirano arte e storia, la duecentesca cattedrale di Santa Maria Assunta è il suo gioiello più prezioso con la facciata barocca e il campanile a bifore in stile gotico custodisce all’interno un prezioso fonte battesimale in marmo rosso, tele settecentesche di scuola napoletana e una statua marmorea di Sant’Eufemia attribuita al Mantegna. Tra gli altri edifici religiosi c’è la chiesa del convento di San Francesco, un tempo castello di Federico II, mentre tra le architetture civili vi sono Palazzo Lombardi, Palazzo Cantorio, diverse porte e torri. Irsina è anche il borgo dei “Bottini”, i cunicoli sotterranei che seguono l’andamento della falda acquifera. L’acqua, captata dal sottosuolo, si deposita in vasche di decantazione e, dopo essere stata purificata, viene incanalata fino alla settecentesca fontana esterna dalla quale sgorga, fresca e pura, da tredici bocche. Unico nel suo genere, il sistema dei Bottini costituisce un enorme patrimonio rupestre per il territorio di Irsina.
Appoggiata sul colle Sella Mortella, se ne hanno notizie dal XIII secolo, quando Grassano era un semplice casale del territorio di Tricàrico. Si raggiunge la parte alta del paese percorrendo via La Chiesa, sulla quale s’incontrano residenze settecentesche dotate di feritoie per la difesa dai briganti che spesso trovavano nascondiglio nelle zone boscose del territorio. La chiesa Madre, in stile barocco, è dedicata a San Giovanni Battista e propone, dal sagrato, un’ampia vista panoramica sulla zona. Caratteristico è il rione Capolegrotte, caratterizzato da profonde grotte utilizzate per la conservazione di vino e olio, soggetto di dipinti e fotografie di Carlo Levi. Grassano custodisce i resti dell'unico insediamento urbano fondato in Basilicata dai Cavalieri di Malta, oltre a importanti testimonianze geologiche e naturalistiche i Cinti, un suggestivo sito geologico, naturalistico e architettonico, inserito nel Parco letterario di Carlo Levi, situato a poche centinaia di metri dal centro storico ai piedi dei ruderi dell’antico castello dei Cavalieri di Malta.
Castelmezzano e Pietrapertosa sono due gioielli all’ombra delle Dolomiti Lucane. Castelmezzano è dominato dalle rocce delle Piccole Dolomiti Lucane fino alle quali salgono le ripide scale, i tortuosi vicoli e le tante case che sembrano arrampicarsi sulle rocce. All’abitato si contrappone la natura delle zone verdi limitrofe dove alla flora, composta da tigli, aceri e ontani, si unisce la fauna ricca di tassi, lupi e gatti selvatici: una natura dove perdersi tra sentieri, scalinate e piccoli ponti di pietra. Pietrapertosa è il comune più alto della Basilicata, a ben 1.088 metri d’altitudine. Costruito interamente sulla nuda roccia, si distende lungo la via principale che corre fino al castello, antica fortificazione d’origine romana dominata da un arco naturale, un tempo luogo di vedetta. Tra le emergenze architettoniche religiose vi è la quattrocentesca chiesa di San Giacomo, dall’originario impianto romanico, con due sole navate, l’imponente campanile e un prezioso coro ligneo cinquecentesco. Collega i due borghi un cavo d’acciaio che consente di provare l’ebbrezza di sorvolare in tutta sicurezza le Dolomiti lucane, in coppia o individualmente. Un chilometro e mezzo in poco più di un minuto con il Volo dell’Angelo sospesi a quattrocento metri tra cielo e terra.
Tra le poche regioni italiane a essere lambita da due mari, la Basilicata è bagnata dal Tirreno e dallo Ionio, e i borghi che si affacciano sulle sue coste sono dei pittoreschi centri balneari. Maratea è tra i centri più incantevoli della costa tirrenica; con i suoi 32 chilometri di costa alterna la scogliera frastagliata a picco sul mare alle spiagge delimitate dall’azzurro dell’acqua e dal verde della macchia mediterranea. Diverse sono le località balneari, da Acquafredda a Cersuta, dalla frequentata Fiumicello alla Spiaggia Nera, chiamata così per il colore della sua sabbia, fino alle suggestive spiaggette raggiungibili solamente via mare. Da Metaponto a Nova Siri, ai confini della Calabria, la costa ionica comprende i comuni di Bernalda, Scanzano Jonico, Policoro, Rotondella e Nova Siri. L’entroterra della pianura metapontina è una delle zone più produttive della Basilicata, coltivata a vigneti, frutteti e agrumeti, mentre la fascia costiera è zona di villeggiatura impreziosita da spiagge di sabbia chiarissima e finissima, con un mare cristallino, adatto alla pratica di molte discipline sportive come la vela e la pesca.
Il sole si riflette sulla collina di roccia diafana su cui sorge Craco, situato a circa 50 chilometri da Matera, in un’area della Basilicata spesso scelta come set per molti film italiani e stranieri. Il suo borgo antico conobbe negli anni ’60 una massiccia evacuazione dovuta a una frana di vaste proporzioni che spinse gli abitanti a trasferirsi a valle, evacuazione che lo ha reso una vera e propria città-fantasma, caratteristica che attira i turisti che giungono in questa terra di rocce e di calanchi per vedere le affascinanti rovine, teatro di uno spettacolo sospeso nel tempo. Nonostante l’esodo forzato, Craco è rimasta intatta meritandosi l’ingresso, nel 2010, nella lista dei luoghi da salvare della World Monuments Fund. Altra città fantasma lucana è Campomaggiore, sogno infranto del conte Teodoro Rendina, che volle trasformarlo da piccolo paese all’ombra delle Dolomiti Lucane in quella che viene ricordata come “La città dell’Utopia”. Il palazzo Patronale sorge in quella che un tempo era la piazza dell’antico borgo, tra i resti di antichi palazzi e case contadine.
Incastonato da due fiumi, l’Agri e il Sinni, Tursi sembra allungarsi verso l’alto, modellato nella sua forma dai calanchi di origine argillosa che danno vita a un vero e proprio impatto scenico naturale. Tursi si colloca nel territorio della gloriosa Siritide, fiorente regione dell’antica Magna Grecia. Dalla cima del suo colle si può ammirare un panorama che appare sconfinato: dal mar Ionio fino al golfo di Taranto e tutti i paesi della costa fino alle vette del Parco nazionale del Pollino. Città di Albino Pierro, più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura - al quale il centro lucano ha dedicato il Parco Letterario ambientato nella sua casa natale -, propone, tra le sue zone più pittoresche, l’antico rione della Rabatana, contraddistinto da un’architettura che è testimonianza della dominazione araba che ha profondamente segnato la cultura del luogo. Incantevole groviglio di case costruite con pietre e laterizi, la Rabatana è esempio di architettura spontanea, uno scenario quasi sospeso nel tempo, un puzzle che si compone di immagini tanto diverse tra loro che conferiscono al borgo la sua peculiarità scenografica. Da vedere sono anche i resti del castello gotico risalente al V secolo visibili in piazza Maria Santissima di Anglona, e poi ancora lo splendido Santuario dedicato alla Vergine, a pochi chilometri dall’abitato, fino ai palazzi storici e alle altre chiese.
Tra i borghi più belli d’Italia, Venosa è un centro lucano di rilevante interesse storico e culturale. Fondato dai Romani nel 291 a.C. per porre sotto controllo la valle dell’Ofanto e della via Appia, fu profondamente legato a Roma ed elevato da quest’ultima a “Municipium”. Qui nacque il grande poeta latino Quinto Orazio Flacco. Imperdibile una visita all’area monumentale della città che stupisce per la ricchezza delle opere e dei manufatti presenti, gli splendidi capitelli, i mosaici, straordinarie espressioni di uno splendore che la città ancora oggi propone a chi scelga di visitarla e di apprezzarne la bellezza. Tesori della città sono l’Incompiuta, l’abbazia dell’XI secolo che sarebbe dovuta divenire immensa e che oggi è mura e un tetto di stelle, e il quattrocentesco castello di Pirro del Balzo, che si erge nel cuore del paese e ospita il Museo Archeologico Nazionale. Anche a Grumento Nova, delizioso centro medievale della Val D’Agri, si respira l’aria dell’antica Roma: qui per la prima volta arrivarono gli elefanti nello scontro fra Annibale e le legioni romane. Soprannominata la piccola Pompei lucana, rivela, collocata perfettamente nella natura, un’area archeologica degna di nota con resti dell’acquedotto, dell’anfiteatro, delle terme repubblicane e dei templi. Molti dei reperti qui ritrovati sono custoditi nel Museo Archeologico Nazionale, uno dei più importanti del sud Italia.
A Melfi si respira la storia, quella che vide protagonista Federico II di Svevia. Sovrano illuminato e misterioso ebbe proprio qui la sua roccaforte, dove promulgò, nel 1231, le “Costituzioni melfitane”. Di Melfi colpisce la maestosità del suo castello, imponente struttura di origine normanna della fine dell’XI secolo, appoggiato sulla sommità di una collina, con le mura che cingono l’abitato, pittoresco reticolo di vicoli. Il castello ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese, che custodisce reperti del VII-III secolo a.C. e lo splendido Sarcofago di Rapolla, proveniente dall’Asia Minore. Da vedere anche la bella Cattedrale del 1056. Le terre di Federico sono anche patria del celebre Aglianico del Vulture, annoverato tra i migliori vini rossi d’Italia e numerosi sono i comuni di produzione delle uve dell’Aglianico, nel nord della regione, ed è imperdibile una visita alle cantine storiche del territorio. Anche Lagopesole, come Melfi, è legato alla figura di Federico II e a suo figlio Manfredi. Frazione di Avigliano, nel potentino, il borgo è dominato dal famoso castello dal quale, nelle giornate più limpide, si scorge il Monte Vulture.